Il coaching è un processo assai delicato da condurre, specie se avviene in un contesto organizzativo, in quanto cerca di stimolare un cambiamento di consapevolezza, dei comportamenti agiti e della mentalità che ciascuno di noi si porta dentro.
Nel life coaching, infatti, si interviene sulla vita a tutto tondo del coachee, lavorando su aspetti come l’autostima, la gestione dello stress o supportandolo a prendere una decisione importante. Ma in questi casi, è il cliente a rivolgersi personalmente al coach per avviare un percorso assieme.
Nel performance coaching e nel business coaching, il focus è sulla sfera professionale, la performance, gli obiettivi di business, la leadership, la comunicazione, la gestione di conflitti, del tempo, del cambiamento o dei collaboratori. Di conseguenza, il processo di coaching è più complesso in quanto il coach deve garantire la crescita professionale e interagire con il proprio coachee (la persona che prende parte al percorso di performance coaching per migliorare la propria efficacia professionale), il manager del coachee e il committente aziendale, che tipicamente è un HR professional.
È quindi importante rivolgersi a dei business coach (spesso chiamati anche executive coach o performance coach) che siano all’altezza, abbiamo una solida esperienza e conoscenza delle dinamiche organizzative, e che sappiano interagire efficacemente con personalità di rilievo come CEO e top manager.
Se in USA ci verrebbe il nome di Anthony Robbins, che dire dei migliori business coach in Europa?
Niente paura! In Europa ci sono molti coach estremamente preparati per gestire al meglio un processo di performance coaching.
Vediamo il profilo di alcuni di loro:
Luigi Ranieri è senz’altro tra i migliori executive coach in circolazione in Europa, avendo un’esperienza più che decennale come HR manager in grandi aziende. Non solo ha all’attivo centinaia di percorsi di business coaching e migliaia di ore di pratica, ma ha lavorato come coach per organizzazioni del calibro di Toyota, Medtronic e Olympus per citarne alcune. Ha pubblicato diversi libri sul coaching, come il testo “Coaching to improve organisations and professionals”, edito nel 2023 a Londra. Luigi si occupa anche di team coaching (un intervento one-to-many che un coach rivolge ad un gruppo di lavoro per migliorare la performance collettiva) e di corporate coaching (quando il coachee è l’intera organizzazione, in quanto si vogliono diffondere i principi del coaching nella cultura aziendale e nel mindset di coloro che vi lavorano). È il co-founder di Bonsay, tra le principali piattaforme europee per i coaching a distanza.
David Laroche è il CEO di Paradox e coach di sportivi, imprenditori e personalità del cinema. David ora ha una forte presenza online (soprattutto in Francia) e ha raggiunto lanciato una serie di video che hanno riscontrato un buon successo. Si occupa anche di formazione sul coaching. David è appassionato di psicologia umana, metodi, sistemi e opportunità pragmatiche di trasformazione della vita.
Nina Kalmund è una performance coach e una relatrice internazionale che ha condiviso il palco con imprenditori e leader di pensiero di alto livello. Da anni, Nina lavora con manager e atleti per diventare a diventare più audaci, più innovativi e orientati al futuro e a mettere i valori in prima linea nel loro processo decisionale. Fa parte del consiglio di amministrazione della ONG Women for Women International Germany. Nina ha lavorato a livello internazionale come architetto e ingegnere per quasi vent'anni, vincendo numerosi premi per design e architettura innovativi e all'avanguardia.
Ne abbiamo segnali alcuni, ma ci sono molti altri profili di business coach interessanti, come per esempio Kris Verlé.
Il modo migliore per scegliere il coach più adatto alle proprie esigenze è senz’altro contattarne più di uno per fare la scelta più consapevole possibile.
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